Il CBD Rischia Di Ridurre Eccessivamente L'infiammazione?
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Il CBD è antinfiammatorio
Le proprietà antinfiammatorie del CBD sono ormai ben documentate. Questo cannabinoide è potenzialmente in grado di alleviare gli stati infiammatori. Ovviamente, tale azione potrebbe contrastare i sintomi dell'infiammazione cronica. Si pensa che l'infiammazione cronica possa condurre a malattie cardiache, diabete, e varie forme di cancro. Quindi, un'adeguata prevenzione permetterebbe di vivere meglio e più a lungo.
I rischi e le strategie di prevenzione associati all'infiammazione cronica sono illustrati nel dettaglio qui.
Ma ora concentriamoci sulle capacità antinfiammatorie del CBD. Cosa dice la scienza a riguardo? Il Journal of Experimental Medicine ha provato a esaminare l'efficacia del CBD nel ridurre l'infiammazione e il dolore neuropatico.
A tal scopo, ha osservato la reazione tra CBD e recettori della glicina. I recettori erano collegati ai neuroni del corno posteriore nella spina dorsale dei ratti. Essi hanno la funzione di trasmettere informazioni—in questo caso, comunicano al cervello la sensazione di dolore. Gli scienziati hanno concluso che "la somministrazione di cannabidiolo (CBD), componente non-psicoattivo della marijuana, e dei suoi derivati modificati, riducono notevolmente l'infiammazione cronica e il dolore neuropatico."
Una ricerca successiva, pubblicata nel PLOS, ha esaminato l'efficacia del CBD nel mitigare l'infiammazione. Lo studio si è focalizzato nelle "biopsie di pazienti affetti da colite ulcerosa" e "segmenti intestinali di ratti con infiammazione intestinale indotta da lipopolisaccaridi". La colite ulcerosa è una patologia cronica, che causa infiammazione a livello di intestino retto e colon nell'essere umano. Anche in questo caso il CBD ha dimostrato la sua efficacia. I risultati preliminari indicano che il CBD "contrasta lo stato infiammatorio indotto da lipopolisaccaridi, nei ratti e nelle cellule umane prelevate da pazienti con colite ulcerosa."
Se il CBD è davvero un antinfiammatorio così potente, questo cannabinoide potrebbe offrire innumerevoli benefici. La domanda però sorge spontanea: che succede se la nostra risposta infiammatoria si riduce eccessivamente? Ricordate, bisogna sempre cercare di mantenere il giusto equilibrio nell'organismo.
Il CBD può ridurre eccessivamente l'infiammazione
Per fortuna, gli scienziati del Research Center of the University Institute of Cardiology and Pulmonology del Quebec hanno cercato di chiarire tale quesito. Una risposta infiammatoria adeguata è essenziale per attivare il sistema immunitario e contrastare le infezioni. Sono stati messi a confronto i dati raccolti dalla comunità scientifica, esaminando in particolare l'effetto antinfiammatorio del CBD sui polmoni.
Le prime interpretazioni dei dati indicavano che, attraverso la diminuzione dell'attività delle cellule immunitarie, i cannabinoidi potevano "diminuire le difese immunitarie dell'ospite". Tale azione avrebbe quindi aumentato il rischio di contrarre infezioni, riducendo l'efficacia del sistema immunitario. Alla fine, gli studiosi hanno ammesso che la relazione tra un eccesso e una carenza di risposta in caso di infiammazione è piuttosto complessa. Sono necessarie ulteriori ricerche per trasferire su soggetti umani tutti i dati raccolti dalle cavie animali.
Anche una cosa buona, in dosi eccessive, può essere dannosa
Quando si tratta di ricerca scientifica, i risultati contrastanti generano spesso preoccupazione. Tuttavia, "l'equilibrio" non è importante solo in caso di infiammazione, ma anche in tanti altri aspetti di uno stile di vita sano. Se date un'occhiata al vostro armadietto dei medicinali, probabilmente noterete la presenza di tantissimi integratori alimentari. Ferro, vitamina D, vitamina C... tutte sostanze necessarie per fornire energia extra al nostro organismo. Questo tipo di supporto può essere utile in caso di restrizioni dietetiche o particolari abitudini alimentari. Proprio come succede con il CBD, anche un'assunzione eccessiva di vitamine può causare effetti negativi.
Non dovremmo preoccuparci delle conseguenze di un consumo eccessivo di qualcosa che ci fa bene. Nella maggior parte dei casi, se l'effetto è positivo, il livello di tolleranza è molto più elevato. In realtà, una cosa che per noi è "benefica", può anche essere "dannosa", e viceversa. Il punto è che, se classifichiamo i prodotti in questo modo, diventa impossibile capire se un integratore è sicuro da consumare. Dovremmo sempre tenere a mente il concetto di equilibrio. Le definizioni "buono" e "cattivo" sono troppo drastiche e basilari, soprattutto considerando che ciascun individuo possiede un patrimonio genetico unico.
Il dosaggio è fondamentale
La scienza ci spiega che il CBD offre potenziali effetti antinfiammatori. Sappiamo anche che, secondo alcuni dati raccolti, ciò può ridurre l'efficacia del sistema immunitario. Tenendo in considerazione queste due affermazioni, la logica ci induce a focalizzarci sul dosaggio. La dose di CBD ideale dipende da numerose variabili—molte più di quelle che sono state studiate finora. Le funzionalità biologiche dell'individuo, le condizioni fisiche o la patologia, la concentrazione di CBD, i fattori esterni. La lista dei potenziali parametri è lunghissima.
Mentre attendiamo che gli esperti identifichino con certezza tali variabili, è consigliabile procedere con cautela. Assumete il CBD in dosi graduali, per capire che impatto ha sul vostro organismo. Con po' di pazienza, forse alla fine la scienza individuerà con esattezza gli effetti del CBD sul corpo umano.